A COSA SERVE OGGI SCRIVERE DI ACCESSO ALLA GIUSTIZIA?

ART. 24 COST.: LA GIUSTIZIA E GLI ITALIANI? SEMPLICI CONOSCENTI.

Giustizia Oggi?

Giustizia Oggi?

Per la prima volta in Italia si ha la consapevolezza che la Giustizia è un bene supremo. Le scelte che derivano dall’esercizio del potere giudiziario modificano per sempre la vita delle persone.

Nel bene, e nel male.

La mancata tutela di un diritto, l’assoggettamento all’arbitrio dell’illecito o l’errore giudiziario sono rischi che oggi tutti avvertono come qualcosa che può capitargli. Senza scampo.

Colpevoli o innocenti, vittime o carnefici.

Non fa differenza.

Le vicende giudiziarie di questi anni e la forsennata ricerca di una giustizia finale, che redima un paese dove la certezza del diritto è diventata un modo di dire, hanno convinto anche gli irriducibili che il sistema non funziona più.

Alla conseguente sfiducia nelle attenzioni dell’ordinamento giudiziario, il cittadino replica cercando di capire di più, di conoscere in prima persona i suoi diritti: si passa così da una relazione passiva con lo Stato ad un ruolo attivo, da protagonista. L’italiano della seconda decade del terzo millennio vuole sapere come funziona la Giustizia, cosa fa dei poteri che le sono affidati dalla Costituzione, che risultati gli da.

Questo è il punto di arrivo di anni di guerre giudiziarie sui giornali, da un lato, e quotidiane sconfitte nella vita processuale di ciascuno, dall’altro.
L’accesso alla Giustizia, con la G maiuscola, ed il correlato esercizio del diritto di difesa passano da un argomento per addetti ai lavori a necessità italiane di famiglie e singoli cittadini.  Anche perchè il paese è diventato sempre più zelante nei suoi divieti e nelle sue richieste (leggi, regolamenti, ordinanze, decreti, rinvii normativi, sanzioni etc.).

Attorniati da un panorama senza speranze di miglioramento gli abitanti della penisola hanno trovato davanti a sè un bivio: da un lato c’è la strada principale, quella delle istituzioni, che mostra di essere interrotta a pochi passi dall’imbocco, mentre dall’altra ci sta la rete, il web e le sue mille possibilità di informarsi, di imparare di conoscere.

Al tacere quasi ostile di uffici pubblici ed al disinteresse di molta parte del pubblico impiego (escluse eccezioni più che eroiche), l’Italiano ha così replicato cercando in internet quello che la disinformazione di Stato gli taceva per giustificare le sue inerzie.  La Giustizia diventa in questo modo la replica di quanto è già accaduto qualche anno fa nel mondo della sanità: se lì, la seconda diagnosi della patologia la si faceva con il dott. “www”, nel mondo giudiziario stiamo già arrivando alla prevenzione nella tutela dei diritti.

Vale anche per la Costituzione Italiana.


Ci hanno riempito di appelli alla  “Più bella che c’è” ogni qual volta si doveva salire sulle barricate per garantire le posizioni di rendita di questo o quel potentato nazionale. Poi ci si è però accorti che ci sono non pochi dei 139 articoli della carta fondamentale che sono di prassi disapplicati. E così ci si rende conto che pure l’accesso alla Giustizia, tutelato da niente popò di meno che l’art. 24, viene lasciato indietro con un riconoscimento spesso solo cartaceo. Da lì nasce l’appello, la richiesta, la voglia degli italiani di capire come darsi le garanzie costituzionali promesse 70 anni fa e mai attuate, se non con l’inchiostro e le belle parole.

Interessante è quindi vedere che la risposta arriva non dal rapporto istituzionale, che anzi pare sempre più silente ed abbarbicato alla gestione routinaria, ma dal sociale, dal volontariato dell’associazionismo. Un esempio fra i molteplici che la società civile ha saputo offrire, lo si trova in un soggetto che ha fatto omonimia della sua mission: parliamo dell’Associazione “Art. 24 Cost. per la tutela del diritto di difesa”.

Infatti è proprio dalla convinta certezza che l’accesso alla Giustizia non sia nei fatti garantito dallo Stato nasce l’attività di un gruppo affiatato  che ha fatto dell’informazione, della condivisione e dell’aiuto libero la propria mission.

Si passa quindi dall’indifferenza del pubblico ad una militanza culturale attiva  per offrire a tutti le informazioni essenzali per ottenere il viatico necessario ad avere risposte dal mondo giudiziario: un avvocato! Infatti troppo spesso pochi ricordano che è solo attraverso la mediazione del patrocinio tecnico che si attiva la titel dei diritti della persona; solo con il sicuro supporto di un avvocato si può garantirsi di non essere schiacciati da chi invece fruisce dell’assistenza specialistica nel processo, che sia una controparte o la Procura dell Repubblica.

L’Ass. Art. 24 Cost. si è perciò cimentata in un cammino divulgativo impegnativo ma corononato di successi, anche inaspettati. In 3 anni e mezzo di vita l’attività editoriale on line dell’Associazione ha visto pubblicare oltre 15 Guide Brevi in Ebook che hanno spiegato con percorsi semplici e chiari come chiunque può gestire la propria necessità di approccio alla Giustizia senza dipendere dalla scarsità delle proprie risorse reddituali con l’applicazione a moltissime circostanze che riguardano la via odierna di decine di milioni di italiani.

Si è iniziato con la Guida per l’accesso al Gratuito Patrocinio, fondamentale per garantire un avvocato a chi non è abbiente,  per giungere ad un’intera collana di vademecum di facile lettura capaci di consentire l’approccio a quei momenti di scontro processual-giudiziario che purtroppo, statisticamente, colpiscono quasi tutti nel corso della loro esistenza (separazione, affido, recupero crediti, mediazione, sfratto etc.).

La cartina di tornasole è stata il successo on line ed off line di queste guide dal taglio pratico che sono state sempre distribuite gratuitamente con totale rinuncia ai diritti di sfruttamento economico di tali pubblicazioni. Oltre 250.000 complessivi download hanno testimoniato che quanto sia grande domanda di know how in materia di tutela dei diritti e di funzionamento del sistema e della macchina della giustizia: l’italiano medio non vuole più sentirsi dire che si farà così o si è deciso colà, vuole capire perchè e quali sono le scelte che può e deve darsi.

Per questo siamo orgogliosi di dire che l’impegno profuso da Art. 24 Cost. ha contribuito ad un’evoluzione in corso nel rapporto Stato-Cittadino con il potenziamento dell’autocoscienza dei diritti di quest’ultimo anche con riferimento ad uno tre poteri del primo, ovvero nei confronti di quel potere giudiziario che, altrimenti, resta così lontano ed onnisaccente da sembrare assoluto e non vincolato da quello stesso diritto di cui dovrebbe essere difensore.

Da qui non possiamo perciò che dire buon lavoro e non smettete. Anzi, avanti tutta.

Ruben Finzi

“Osservatorio Accesso alla Difesa ed alla Giustizia”

Fonte: “Corriere Informazione”

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