DOCUMENTO FOCUS SUL GRATUITO PATROCINIO CNA 2015

CONFERENZA NAZIONALE DELL’AVVOCATURA 2015

COMMISSIONE OUA: FOCUS GIUSTIZIA PER TUTTI

 OUA GRATUITO PATROCINIO

COMMISSIONE OUA GRATUITO PATROCINIO

IL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO: UN IMPEGNO DELL’AVVOCATURA

Ecco la sintesi del focus sul patrocinio a spese dello Stato che si è tenuto alla Conferenza Nazionale dell’Avvocatura del 26 novembre 2015 a Torino.

Gli ospiti sono stati l’onorevole Anna Rossomando, il presidente Aiga Michele Vaira, il prof. Dimitri Girotto, il vicepresidente della Cassaforense Valter Militi, il coordinatore OUA Alberto Vigani.

Hanno poi partecipato oltre 90 avvocati, fra quali Massimiliano Cesali, Cosimo matteucci, Valentina Restaino, Mariella Sottile, Andrea Loi, Vincenzo Caprioli, Pino Gallo ed Elisabetta Mantovani.

Di seguito il testo integrale.

Victor Rampazzo




Il PATROCINIO A CARICO DELL’AVVOCATO É CONTRO LA GIUSTIZIA

CONFERENZA NAZIONALE AVVOCATURA

26 NOVEMBRE 2015

Oggi, coloro che chiedono giustizia sono molti di più di tutti quelli che la hanno mai chiesta nel corso di tutta la storia umana.
In un mondo che vuole riconoscere i diritti primari dell’individuo quale condizione di una società più giusta, dobbiamo allora affermare che non esiste giustizia senza la garanzia di un effettivo accesso alla giustizia.

Come si garantisce l’accesso alla giustizia ad ogni singolo cittadino? Consentendogli un effettivo accesso alla difesa. Perché senza difesa non si può avere giustizia.

E se l’art. 24 della Costituzione prevede che venga assicurata la difesa dei non abbienti, la previsione astratta non basta e necessita di attuazione concreta.

L’accesso alla difesa può essere reale solo quando la difesa medesima é garantita al cittadino in quanto effettiva, con i mezzi e le risorse necessari per essere efficace e per svolgere la sua funzione.

Pertanto, solo assicurando un adeguata disponibilità di difensori del cittadino si può assicurare un sistema giustizia accessibile ed efficiente. La condizione necessaria é quindi la presenza di un numero adeguato di professionisti legali interessati ad offrire una difesa aperta a tutti, senza limiti di censo.

Per questa ragione é importante che, anche per i meno abbienti, il patrocinio a spese dello Stato sia un istituto efficiente – non virtuale –  e offra agli avvocati all’uopo abilitati un compenso adeguato e certo nella sua corresponsione tempestiva. Un compenso effettivo atto a consentire una prestazione difensiva adeguata al ruolo affidato. Uno strumento decisivo, quasi un uovo di Colombo per superare le lentezze nei pagamenti degli avvocati del gratuito patrocinio é allora la proposta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura di consentire la compensazione volontaria dei compensi dovuti dallo Stato con le imposte a debito del professionista.

Aiuta in questo percorso il DDL 3109 presentato pochi mesi fa alla Camera da 12 deputati, su iniziativa  dell’Onorevole Anna Rossomando e ancor di più l’emendamento ieri inserito nella legge di stabilità in condivisione con il vicepresidente della Commissione Giustizia Franco Vazio.

É questa quindi un’occasione di sostenere il progetto legislativo che sarà capace di rivoluzionare la difesa dei più deboli, dei meno abbienti, attraverso uno strumento a costo zero che rende sostenibile, se non attrattiva, quell’attività difensiva per ogni avvocato. In questo modo si supera anche la concezione attuale che, nell’immaginario collettivo, riserva l’assistenza dei meno abbienti ad una sorta di avvocatura minore, poco valorizzata e stimata persino dalle istituzioni.

Oggi si intende voltare pagina, per rendere l’esercizio della funzione forense meglio riconosciuto quando tale funzione è resa in favore di coloro che vengono tutelati dall’art. 24 della Costituzione.
Del resto, la presentazione di un disegno di legge per sbloccare i pagamenti del gratuito patrocinio in entrambi i rami del parlamento é la prova di quanto sia matura ed attuale la questione: se si arriva a parlarne, é perché non si può pensare che la difesa di coloro che più ne hanno bisogno, perché più deboli, venga prevista dalla Costituzione ma, nella pratica, scaricata sulle spalle di un avvocatura senza mezzi che poi viene anche tacciata di non riuscire a fare abbastanza.

Rimangono, certo, sul tappeto molti nodi problematici da risolvere, puntualmente evidenziati dai colleghi che, numerosi, hanno partecipato al focus tematico, e che qui si citano a titolo esemplificativo:

  1. la remunerazione dei consulenti di parte, molto raramente assicurata con tempestività;
  2. l’introduzione del patrocinio a spese dello Stato nei procedimenti pre-contenziosi (mediazione, negoziazione assistita), in un momento nel quale il legislatore da un lato mostra di voler valorizzare questi strumenti persino oltre il necessario, e d’altro lato impedisce ai non abbienti una effettiva difesa;
  3. i requisiti per essere inseriti nell’elenco degli avvocati abilitati all’esercizio della funzione;
  4. la sempre incerta determinazione del reddito ai fini della applicazione delle soglie di legge;
  5. l’incoerente pretesa del contributo unificato nei giudizi di opposizione ai provvedimenti che negano l’ammissione;
  6. i criteri per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato o con i quali si liquidano i compensi;
  7. l’incerta prassi giurisprudenziale sulla valutazione e computabilità delle forme di sostegno al reddito (es. reddito di cittadinanza) ai fini della quantificazione dello stesso;
  8. la tendenza, deprecabile, a scendere persino sotto i minimi tariffari nelle liquidazioni dei compensi;
  9. il mancato riconoscimento di interessi sui ritardati pagamenti dei compensi;
  10. l’adeguamento del tetto reddituale ai mutati contesti economici.

    Ci rifiutiamo di pensare, come i più pessimisti, che la disciplina del patrocinio a spese dello Stato debba essere integralmente abrogata e rivista e non possa, viceversa, conoscere un significativo miglioramento anche attraverso iniziative quali il ddl sopra citato.

    Ricordiamocelo: una difesa debole e senza risorse é il presupposto di una giustizia addomesticata ed incapace di dare risposte alla domanda di tutela di coloro che ne hanno diritto.
    In Italia oggi si deve cambiare verso, per tutelare le risorse e la dignità di un avvocatura autonoma ed indipendente, capace di garantire la difesa ai più deboli.

Alberto Vigani
Vincenzo Luly
Gianni Bertuccini
Serena Botta

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