X

RECUPERO CREDITI DA LAVORO: RETRIBUZIONE E TFR

VI HANNO DETTO CHE LA BUSTA PAGA VE LA DANNO IL MESE PROSSIMO?

E’ SUCCESSO ANCHE IL MESE SCORSO?

Voi, allora, avete un problema!

Busta paga

A fine anno, lo stato di difficoltà  delle aziende sta conducendo  operai ed impiegati verso  un orizzonte di incertezza e di rischio. Si, anche i lavoratori rischiano.

  • Cosa succederà  se il datore di lavoro non ce la farà  e verrà  travolto dalla crisi e dai debiti?
  • Pagherà  i crediti da lavoro prima dei debiti che garantisce personalmente con la propria casa?
  • Come farà  allora questo dipendente, che non è stato pagato per più retribuzioni mensili e che avanza anche il TFR e le altre competenze di fine rapporto?

La soluzione è più semplice di quello che si può credere.

Il lavoratore dipendente dovrà  fare una semplice scelta psicologica e superare l’ostacolo mentale che gli hanno inculcato nella testa con l’imprinting del rapporto di lavoro: ovvero per una volta non dovrà  obbedire e, invece, dovrà  alzare la voce!! Si, dovrà  far sentire la sua voce! Solo questo.

Bisogna capire che è ora di dire BASTA!! Basta rinunciare ai propri diritti, smettiamo di attendere come una grazia il giusto compenso per il proprio sudato lavoro.

E’ il momento di accettare il fatto che si ha il diritto di essere pagati e che questo diritto è garantito da un bel pò di norme e istituti giuridici. E, come si dice spesso: chi parte prima, meglio alloggia!!

Sembra solo un detto popolare ma, purtroppo, è l’amara realtà : solo i creditori più aggressivi verranno soddisfatti. Perchè quando un’azienda collassa non c’è sufficiente patrimonio per accontentare tutti i creditori. Dobbiamo perciò scegliere se vogliamo essere fra quelli che saranno pagati o se ci va bene lo stesso di restare fra quelli che avranno la bocca asciutta.

Il recupero crediti rappresenta perciò un problema concreto che deve essere affrontato con oggettività: volete i vostri soldi o volete lasciare ad altri il gestire le vostre spettanze sperando nella fortuna?

Come fare?

Affidarsi ad uno studio legale (con avvocati del lavoro) può costituire la soluzione meno onerosa e più efficace, evitando  l’incombenza di dover procedere prima ad un’inutile fase bonaria con qualche fantomatica associazione pseudo-sindacale e poi, spesso, dopo l’esito negativo ed aver perso del tempo, ricorrere comunque ad un legale per arrivare alla riscossione coattiva del credito.

L’attività dell’avvocato, invece, prevederà  subito una velocissima fase di recupero stragiudiziale e proseguirà, se necessario ed opportuno, alla fase giudiziale e successivamente a quella dell’esecuzione forzata (e anche dell’eventuale istanza fallimentare).

Dopo una prima verifica presso le banche dati informative ciascun caso sarà sottoposto ad un attento screening preventivo circa la possibilità  di un effettivo recupero delle somme dovute.

A questo punto, negli studi con avvocati abilitati ed iscritti negli appositi elenchi dell’Ordine degli Avvocati, si verificherà  se il dipendente ha diritto al gratuito patrocinio anche per le cause civili o se può essere di suo interesse anche l’utilizzo di strumenti compensativi forfetari come il patto di quota lite.

L’accesso al patrocinio a spese dello stato è consentito a tutti coloro che hanno un reddito annuo non superiore a euro 11.528,41 per come indicati nell’ultima dichiarazione. Per tutti coloro che non rispettano i requisiti reddituali minimi, o che non hanno il tempo necessario all’ammissione al beneficio, vi sono però altri rimedi ancor più performanti.

Si, perchè il patto percentuale o il compenso forfetario possono ben garantire risultati ancor più aggressivi ed economicamente soddisfacenti perchè consentono di proseguire comunque nel recupero del credito da lavoro senza dover sostenere costi aggiuntivi.

Ad ogni modo, in caso di recupero giudiziale, l’opportunità  di affrontare i costi dell’attività  processuale viene sempre valutata assieme al cliente in relazione all’ammontare del credito per cui si intende procedere.

Quale accordo con l’avvocato?

In questo particolare settore alcuni avvocati hanno appunto cominciato ad operare con la previa sottoscrizione di un patto forfettario con i clienti che lo desiderano.

In tal caso il recupero dei crediti da retribuzione e TFR, in sofferenza, avviene senza rischi e riducendo al minimo il costo per spese legali in quanto la parcella intera verrà liquidata soltanto in caso di buon esito della pratica ed in proporzione alla somma effettivamente recuperata seguendo lo schema di attività  per step qui sotto riportato, nel distinguo fra recupero giudiziale o recupero stragiudiziale del credito.



 


Alberto Vigani è Consulente del Lavoro e Avvocato esperto in Diritto del Lavoro in Venezia, co-fondatore della Camera Arbitrale della Venezia Orientale. E’ iscritto agli “elenchi degli avvocati abilitati al Patrocinio a spese dello Stato dell’Ordine degli Avvocati di Venezia”. E’ anche il segretario della Camera Avvocati di San Donà di Piave e il responsabile giuridico di www.amministratoridisostegno.com, dove scrive in materia di ADS e questioni connesse.

Alessio Alberti:

View Comments (61)

  • Ottimo articolo, un vero supporto per tutti quelli che, in difficoltà con la busta paga a credito, non sanno più che pesci pigliare per scegliere che fare del loro rapporto di lavoro.
    Vic

  • Buon giorno ho letto il vostro articolo però devo dare la mia testimonianza: da ottobre 2008 devo prendere ancora n. 4 stipendi più il TFR. Dopo due pignoramenti, il terzo fatto al conto corrente bancario copre una piccola parte dell'ammontare. Il mio ex datore di lavoro si é anche irritato! Il mio avvocato sta inoltrando il quarto, l'azienda non è fallita anzi continua la sua attività in una nuova sede. CHE VERGOGNA.  Non mi sento tutelata da nessuna Legge, il mio avvocato mi dice sempre che prima o poi li prenderò, ma io lavoro per vivere. Se avete dei consigli in merito alla mia situazione sono i benvenuti. Grazie e scusate lo sfogo, Paola.

  • Buongiorno! Anch'io ho dei crediti da recuperare dal mio ex datore di lavoro che a quanto pare è un professionista in queste cose. Ho saputo che ha come abitudine quella di acquisire società in crisi per rivenderne solo gli assett in attivo e lasciare poi i dipendenti/collaboratori con un pugno di mosche.
    In particolare, avevo un contratto di collaborazione a progetto. Il contratto è stato interrotto senza preavviso da parte del datore. Devo ancora percepire il compenso di febbraio, marzo e sytando al contratto anche l'indennità di mancato preavviso. Ho mandato per due volte un sollecito di pagamento che però ritorna sempre a me in quanto destinatario sconosciuto (si stanno rendendo irreperibili!).
    Cosa posso fare a questo punto?
    La ringrazio
    Cordiali saluti
    Cristina

  • Salve mi chiamo Alessandra, da gennaio 2010 sono stata licenziata e non mi sono state retribuite le paghe di dicembre, gennaio, tredicesima e liquidazione il tutto per un ammontare di circa 8000 euro.
    Mi sono rivolta ad un sindacato e dopo avere più volte tentato la conciliazione pacifica senza alcun successo, abbiamo assistita da un avvocato del lavoro presentato decreto ingiuntivo. Il titolare dell'azienda è stato condannato a pagare a settembre 2010 e tuttoggi non è arrivata alcuna opposizione. Pertanto stiamo provvedendo al pignoramento dei c/c bancari, ma io so già benissimo che la faccenda non si risolverà facilmente in quanto tutti i c/c intestati alla società hanno un saldo negativo e di parecchie migliaia di euro in totale circa sui 300.000,00. La mia domanda è questa: avrò mai il mio credito? E come si potrà risolvere?
    E, soprattutto, le banche oltre il loro scoperto che vorranno rientrato magari con istanze di fallimenti, terrano anche in conto il del mio saldo creditore? Grazie anticipatamente.
    Ale.

  • Salve,
    ho lavorato come docente di un corso di formazione con un contratto a progetto presso una societa' cooperativa e non mi hanno ancora pagato nonostante i continui solleciti.
    Dal momento che era un contratto a progetto ho solo una copia del contratto firmato e non ho nessun cedolino comprovante il credito, posso comunque dimostrare che ho svolto completamente e in maniera professionale il mio lavoro.
    Quali sono gli strumenti piu' efficaci e veloci per recuperare questo credito (5700 € lordi), mi sono rivolto per ora alla Direzione Provinciale del Lavoro per richiedere una diffida accertativa ma mi hanno detto che non trattandosi di lavoro subordinato non ci possono fare un granche'.
    Grazie anticipatamente pe qualsiasi consiglio
    Giorgio

  • Buongiorno a tutti,

    Sono un lavoratore a tempo indeterminato
    Vi scrivo perchè ho necessità di informare la seguente situazione lavorativa del sottoscritto, in merito alla quale avrei alcuni quesiti da sottoporvi:
    Facevo parte di un'azienda la quale era costituita da 2 soci titolari, questi si sono separati ed hanno costituito altre attività individuali.
    l'attività di questa azienda della quale ero alle dipendente dal 1997 è cessata nel giugno 2009, e sono stato riassunto da uno dei 2 soci, presso una nuova azienda. Attualmente, (DICEMBRE 2010), mi trovo ad affrontare una COMPLICATA situazione, poichè
    anche nell'attuale Azienda, dove presto servizio, la crisi si è fatta sentire, e si è prossimi ad una chiusura per mancanza di lavoro e debiti da risanare.
    Quindi, la mia situazione è questa: dalla veccia azienda chiusa ma non ancora in fallimento, attendo ancora: la LIQUIDAZIONE TOTALE, PIù 13ma MENSILITA' 2008, STIPENDI DI APRILE 2009, MAGGIO 2009 che non ANCORA RICEVUTO.

    Dall'attuale attendo: STIPENDI DI SETTEMBRE 2010, OTTOBRE 2010, NOVEMBRE 2010 DICEMBRE 2010, 13ma MENSILITA' 2010 ED EVENTUALE LIQUIDAZIONE DAL 06/2009 FINO A CHISURA DITTA.

    Faccio presente che il socio titolare della VECCHIA AZIENDA ha più di un'attività aperta attualmente,intestate a moglie e figlio o altri, ciò nonostante non mi ha corrisposto ancora nulla. nonostante i continui solleciti da parte mia ad entrambe i soci.
    I debiti , riguardano banche e fornitori, oltre al sottoscritto ed a un mio ex collega licenziato nel 06/2009, il quale ha fatto causa e percepisce ogni mese o quasi la propria liquidazione.
    Per quanto riguarda la nuova azienda , la totale mancanza di lavoro ha cominciato a ripercuotersi
    creando difficoltà economiche da affrontare, tanto e vero che i debiti a fornitori e unico dipendente (io) cominciano ad accumularsi in maniera consistente.
    Attualmente mi sono rivolto al sindacato di competenza ed attendo incontro con l'avvocato
    Detto ciò,la domanda che vi pongo è:
    Riuscirò a recuperare ciò che mi spetta dalle 2 aziende, o almeno da quella vecchia?

    grazie infinite per l'attenzione,
    Attendo gentile riscontro.
    Giorgio.

  • Salve...
    vengo subito al sodo per non di lungarmi troppo: il mio ex datore di lavoro non mi ha versato il tfr e mi sono rivolto ad un legale il quale, prima ha inviato una lettera per un accordo (al quale non abbiamo avuto nessuna risposta), e poi ha provveduto a "confezionare il titolo" (sue testuali parole) presso il tribunale con relativa comunicazione all'interessato. Ad oggi (e sono diversi mesi) nessuno si e' fatto vivo, e alle mie richieste (all'avvocato) di accedere ai conti correnti (visto che non possiede nient'altro che l'attivita') questo mi dice che non e' possibile "a meno che non conosca qualcuno che indichi il nr. di conto"(?!).
    Onestamente sono esterrrefatto da tutto questo e mi chiedo: e' sbagliata la legge o sta sbagliando l'avvocato (o entrambi???)
    Aspetto con ansia una Vostra gentile risposta.
    Alberto

  • Buonasera! Carissimo avvocato questo è un robin hood dei siti, grazie per i vs consigli.io mi trovo in una situazione particolare: la mattina dopo una pesante giornata di lavoro sono rimasto bloccato nel letto e lecitamente ho chiamato il mio medico curante.Sono enrato in stato di malattia .Alla scadenza della prima settimana il mio datore mi chiama offendendomi con parole pesanti e reclamando le mie dimissioni; come se io avessi montato apposta la cosa. Da ulteriori indagini mediche è venuto fuori un bel problema alla colonna vertebrale che lui(datore di lavoro) dice e sostiene che io già avessi.La morale è che ad oggi non mi ha pagato febbraio 2011 e so che non vuole pagarmi anche se ufficialmente al telefono ha detto di stare senza soldi e di aspettare.Io da parte mia per analisi.risonanze,raggix,medicine ecc. ho già speso 600 euro e chissà quanti ne spenderò ancora. Ero intenzionato ad andare da un sindacato, ma un cugino avvocato mi dice che è meglio procedere personalmente.Oggi metà Marzo gli ho mandato una lettera di sollecito alla quale sò già che non risponderà.Successivamente mio cugino suggerisce di attaccare subito. Io adesso vi chiedo qual'è la strada migliore considerato che l'azienda ha appena cominciato un grosso cantiere pubblico al quale partecipavo ed ero dichiarato, che sono in malattia, e che lui forse ha già compensato con i contributi ,la parte che l'inps deve liquidarmi . L'azienda gode di ottimo stato di salute ma il titolare giovane ed arrogante si sente forte dei suoi soldi. Dire anche che assunto come autista di camion e pagato come autista ho quasi sempre svolto lavoro manuale pesante perchè a loro serve una figura tuttofare alquanto introvabile e che non a caso io sarei il terzo in tre anni che si alterna in questa azienda. Cosa fare? grazie per il consulto che vorrà accordarmi.

  • Con accordo stragiudiziale ho ottenuto dalla mia azienda il
    riconoscimento
    dei contributi non versati e il TFR relativo. Ora l'azienda è in fase
    di fallimento posso fare richiesta di insinuazione al passivo degli
    importi versati all'Ufficio Vertenze del Sindacato e al legale che ha
    gestito l'azione di recupero (si tratta di alcune migliaia di euro)?
    Grazie per l'attenzione
    Ferruccio

  • buon giorno avvocato,le scrivo x sapere alcune delucidazioni sul mio caso: il 6 maggio dello scorso anno ho mandato una raccomandata di licenziamento x giusta causa al mio datore di lavoro(ero commessa in un negozio di profumeria)e fin li tutto bene ,mi ha pagato cio ke doveva pagarmi dicendo ke x il mio tfr ci sarebbe voluto piu tempo,tenga conto ke i rapporti lavorativi sono andati avanti per 13 anni su per giu, il negozio nn stava andando piu bene risentendo della crisi avuta,dunque avvertendo tutti in tempo ho avvisato ke avrei cercato altro,e ke mi sarei trasferita a fuerteventura(tutt,ora dove io risiedo)lui mi ha chiesto un num di conto dove avrebbe potuto versarmi il totale del mio tfr,ma,a distanza di un anno e piu non ho piu ne sentito ne visto nulla.....ho preso contatti con un avvocato della mia citta (biella) mah tra tante parole fatte il tempo è passato ed io non ho ancora risolto niente???!!!!!sicuramente forte del fatto che risiedo alle canarie lui (il mio datore di lavoro)non si è piu fatto sentire e nn rispondendo neppure al telefono,ho saputo ke il negozio ha chiuso non so se dichirando fallimento o altro,so che aveva parecchi debiti e che non pagava i fornitori da parecchio tempo.....tra le altre cose a me manca l.ultima busta paga quella rigurdante il mio conteggio del tfr....le chiedo un consiglio perche non so piu cosa fare e a chi rivolgermi, aspetto una sua cortese risposta le porgo distinti saluti lorenza.

Related Post